Perfetti
LA BELLEZZA ETERNATA
Una grande cornice temporale avvolge tutto l'operato scultoreo di Luciano Perfetti, giovane milanese tra i più veri oggi, mettendolo in evidenza, come per focalizzare lo spessore di un ideale rivisitato, d'una grazia e d'una finezza tutta in crescendo. Dicevo cornice temporale, in quanto Perfetti volle rapportare il presente al passato e viceversa, rieditando quel motto di Winkelmann che indicava come massime qualità dell'arte greca "la mirabile semplicità e la quieta grandezza". La sua scultura, tutto il suo lavoro, vive un respiro in cui sembra aver assimilato in profondità gli stimoli e le tecniche di un nuovo classicismo. Con intelligenza e con coraggio sfuggendo alle ragioni della bestialità di quei temi graffianti che nel secondo novecento hanno contaminato l'arte contemporanea, si riporta allo studio e al disegno dell'antico, riproponendo plasticamente figure e gruppi statuari in cui la rappresentazione del mito, la bellezza eternata, ritrovano nuove stagioni, nuove occasioni, nuove sollecitazioni. [...] Nella temperie del suo tempo che vede artisti muoversi attorno a un'arte più reale che spirituale, Perfetti appare un solitario, come per agguantare la dolcezza di una scultura antica, eppure sempre resistente, grazie non solo a uno slancio d'amore, ma soprattutto a una sorta di eroicità che riporta a vivere con la memoria il sogno e la bellezza dell'antichità. Nel grande laboratorio-museo che è anche insolita fucina, egli colloquia con tutte le sculture grandi e piccole, e gli sterminati disegni; emblemi forti, fibrillanti, che interrogano lui guardiano dell'umanità. [...]
Carlo Franza